TRIBUNALE

Processo Celli-Buriani: sofferte le dichiarazioni dell'ex Segretario di Stato e del Commissario della Legge

Celli ha parlato delle conseguenze psicologiche subite. Buriani, “non è facile passare da commissario della legge a imputato”.

“Nei miei confronti una campagna offensiva e denigratoria che nessun politico ha mai subito a San Marino, nemmeno i protagonisti degli anni 90”. L'ex Segretario alle Finanze Simone Celli conclude le dichiarazioni spontanee che aveva iniziato nel corso dell'ultima udienza prima della pausa estiva, nel processo in cui deve rispondere di tentata concussione e falsa testimonianza ed in cui è imputato insieme al commissario della Legge attualmente sospeso Alberto Buriani.

Celli ha parlato delle conseguenze psicologiche subite per via del mix di vicende politiche e personali del suo 'annus horribilis', il 2019; consapevole di quanto poco inciderà a livello processuale l'ultimo scampolo di dichiarazioni, ma deciso a togliersi più di un sassolino, ha aggiunto “solo ora comprendo che quando, fino a settembre 2019, ero convinto di avere ancora un ruolo da leader politico, ero in realtà inviso ad alcuni miei colleghi di partito, al quale sono sembrato capro espiatorio ideale per costruirsi una prospettiva politica, dal momento che mi ero dimesso sia da Segretario di Stato che da Consigliere. Un passo indietro per farne fare uno avanti al governo, al quale pensavo di continuare a dare contributo politico mettendo a servizio il mio rapporto con la presidente BCSM Catia Tomasetti. Il mio era un compito politico che è stato frainteso e strumentalizzato”.

E' stata poi la volta di Alberto Buriani, che deve rispondere di tentata concussione, rivelazione di segreto istruttorio, falsa testimonianza ed abuso di autorità. Una deposizione lunga e sofferta la sua “non è facile- ha ammesso- mantenere un tono distaccato quando da commissario della legge si passa ad essere imputati”.  Ciononostante ha ricostruito con chiarezza alcuni episodi chiave di questo processo, con particolare riferimento all'incontro con gli organi apicali di BSCM del 26 giugno 2019, che convocò “per un confronto sulla vicenda del flusso di denaro azeri che toccò anche San Marino” e "nel corso del quale – ha detto - non si parlò né della vicenda Gozi né di banca Cis, sulla cui vendita peraltro la Tomasetti non avrebbe titoli per interloquire". “Tenni un contegno disteso e gradevole tanto che successivamente Ucci mi coinvolse nuovamente e la Tomasetti non diede segno di turbamento, tanto che ricevette con cordialità Celli subito dopo.
“E' invece vero il contrario- ha aggiunto Buriani - tutte le iniziative messe in atto dalla Presidente BCSM dopo la comunicazione giudiziaria che le venne notificata, hanno creato una pressione sulle indagini da me istruite”.

Nel ricostruire tutti gli altri addebiti, ha negato tra le altre cose di avere mai riferito a Celli informazioni sui procedimenti da lui istruiti, ed ha richiamato anche lui il clima avvelenato di quegli anni. A partire da quel gossip denigratorio: "qualificato dal sito che lo divulgò”, avente ad oggetto i suoi rapporti con Stefania Lazzari e Daniele Guidi, e che arrivò ad un tale punto di abiezione da ipotizzare rapporti sessuali con entrambi.

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