Processo Vatileaks, uno dei due presunti "corvi" ammette: "Ho passato i documenti"
Prime ammissioni da parte di monsignor Lucio Angel Vallejo Balda, arrestato per la seconda volta nei giorni scorsi. Era ai domiciliari, ma ha violato il divieto di comunicare con l'esterno, secondo il Corriere della Sera aveva nascosto un cellulare nella Bibbia. E nel corso del suo interrogatorio-fiume ha ammesso di aver passato documenti riservati ai giornalisti Gianluigi Nuzzi e Emiliano Fittipaldi, ma non solo: ha accusato Francesca Immacolata Chaouqui, a sua volta imputata, di aver avuto atteggiamenti seduttivi nei suoi confronti, e di essersi sentito per questo “psicologicamente pressato”. La donna, secondo Balda, si sarebbe vantata di appartenere ai servizi segreti italiani, “anzi di esserne il numero due”, ha precisato, e avrebbe tirato in ballo personaggi del calibro di Luigi Bisignani, Paolo Berlusconi e Gianni Letta.
Monsignor Balda ha ammesso di aver passato a Nuzzi, dichiarato contumace perché assente, 87 password per arrivare ai documenti riservati della Cosea, la pontificia commissione sull'organizzazione della struttura economico-amministrativa della Santa Sede, “ma avevo la sensazione – ha precisato Balda – che lui le avesse già”. Mentre Fittipaldi era informato su altre questioni, come le vicende del cardinale australiano Pell.
Lo stesso Fittipaldi ha espresso tutta la sua amarezza ai colleghi: “Siamo a processo solo per aver fatto domande. Comunque rifarei tutto”, ha concluso.
Francesca Biliotti