La Procura di Napoli ha chiesto i rinvii a giudizio per gli italiani implicati nell’operazione Staffa
L’operazione Staffa si sdoppia. L’indagine, condotta dalla Procura campana, si occupava del giro di soldi riciclati dalla finanziaria Fincapital, denaro proveniente da racket, da rapine, usura e traffico di droga. Per l’accusa, almeno 5 milioni di euro sarebbero stati ripuliti a San Marino. L’inchiesta di Napoli si è chiusa con la richiesta di rinvio a giudizio per gli italiani accusati nell’ordinanza di custodia cautelare di un anno fa, tra i quali spicca Raffaele Stolder, a capo dell’omonimo clan camorristico che usava Francesco Vallefuoco per la sua rete di riciclatori nel centro nord Italia. La parte che riguarda i tre sammarinesi coinvolti, ossia l’avvocato Livio Bacciocchi, Roberto Zavoli e Oriano Zonzini, e di conseguenza i rapporti con Vallefuoco, è stata stralciata. L’ipotesi di reato, spiega la Procura parteneopea, è riciclaggio, ma sarebbe avvenuto solo in territorio sammarinese, dunque è il tribunale di San Marino a dover procedere. Napoli continua ad occuparsene in maniera indiretta. Il tribunale sammarinese ha inviato rogatorie, la Procura napoletana sta ancora rispondendo. L’avvocato Bacciocchi era stato l’unico sammarinese arrestato nell’operazione Staffa: Zavoli e Zonzini sono sempre rimasti in territorio. Positivo comunque il commento dell’avvocato Carlo Biagioli, che difende Bacciocchi: “Ci toglie un bel peso – ci ha detto – perché la Procura ha accertato che non ci sono connessioni dirette tra Raffaele Stolder e Livio Bacciocchi”.
Francesca Biliotti
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