Prossima udienza il 6 novembre. Il processo a Enea Bruschi vedrà la Corte d’Assise di Rimini riunirsi tra 10 giorni per la nomina di tre periti: un ingegnere, un medico legale e un tossicologo. La Corte infatti intende chiedere nuovi pareri sulla dinamica dell’incidente, sulle cause del decesso del brasiliano Ferriera Fonseca, detto “Alessandra”, colpito dalla renault5 del sammarinese e sulle condizioni psico-fisiche di Bruschi che ieri, raccontando la sua verità e ripercorrendo le tappe di una notte di eccessi – conclusasi all’alba con la morte del brasiliano – ha dichiarato di avere consumato cocaina insieme ad un amico sammarinese, Fiorenzo Gatti, sentito subito dopo dalla Corte. La droga ma anche numerose birre, prima dell’incontro con Alessandra. Poi l’incidente con l’auto e mentre il brasiliano lo abbandonava per tornarsene a piedi, Enea Bruschi, si fece aiutare da alcuni camionisti a rimettere sulla carreggiata la vettura. Dopo essere ripartito, si rese conto che qualcosa non andava nella macchina e – ha dichiarato – “mi sono distratto nel percorrere una curva e ho investito qualcosa senza capire bene di cosa si trattasse”. Insomma un incidente. Il secondo colpo di scena è arrivato con la deposizione del datore di lavoro di Bruschi. L’uomo, titolare di un bar pizzeria a San Marino, ha dichiarato che il ragazzo assumeva in quel periodo efedrina, un farmaco broncodilatatore che provoca tachicardia e ha effetto eccitante. Una novità assoluta nel processo che ha sorpreso anche la difesa. Enea ha dichiarato che assumeva quel farmaco per dimagrire. Si devono quindi verificare gli effetti di un cocktail apparentemente micidiale come la cocaina, l’efedrina e l’alcool.
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