Proseguono le indagini sul lancio di Molotov a Bianchini
Si continua a indagare a 360 gradi. La scientifica sta analizzando i resti delle molotov, e altro materiale che sarebbe stato rinvenuto nelle vicinanze. È stata confermata la presenza di una moto che si aggirava nei pressi della villa poco prima del lancio incendiario. Gli inquirenti sono coordinati dal commissario della legge Di Bona, che presto potrebbe sentire nuovamente il patron della Karnak. Marco Bianchini e la moglie erano stati sentiti dalla Gendarmeria nell’immediatezza dei fatti, ma erano ancora scossi dal lancio di due molotov nel cortile della loro abitazione. Si parla di un alterco in passato, con Bianchini protagonista, avvenuto proprio sotto gli occhi della Gendarmeria, così come potrebbe essere Karnak l’obiettivo. “L’azienda, suo malgrado – dice l’avvocato di Bianchini, Carlo Alberto Zàina – è stata sovraesposta mediaticamente. E sarebbe grave che dopo aver perseguito una società che lavora bene, potrebbe essere proprio karnak la vittima”. Zàina ha confermato come il suo assistito sia comunque determinato a difendere, insieme ai suoi manager, “la sua professionalità e imprenditorialità”. I lavoratori del gruppo Bi-Holding esprimono intanto piena solidarietà al proprio presidente. “Siamo sconcertati nel leggere sugli organi di stampa – si legge in un loro comunicato – che tra le ipotesi prese in considerazione possa esserci quella di un coinvolgimento dei dipendenti”. Solidarietà anche da parte dell’Associazione degli Industriali.
Gianmarco Morosini
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