La protesta dei mezzi del soccorso stradale di Rimini: le motivazioni

La protesta dei mezzi del soccorso stradale di Rimini: le motivazioni.
Hanno deciso di manifestare così quattro delle cinque ditte responsabili del servizio recupero dei veicoli incidentati o in avaria operanti a Rimini. I loro titolari si dicono stanchi per una ingiustizia che va avanti da troppo tempo. “Siamo in cinque - dicono - ma a lavorare è sempre e solo una”. Hanno anche depositato una denuncia alla procura, al sindaco, alla prefettura e alla guardia di finanza.
Accusano che su circa 2000 incidenti stradali, rilevati annualmente dalla polizia municipale, la maggior parte dei veicoli coinvolti sono stati recuperati da una sola ditta, sempre la stessa. Esiste una bozza di protocollo d’intesa tra il corpo di polizia municipale di Rimini e le carrozzerie che operano sul territorio comunale. Bozza che le quattro aziende hanno contestato in più di una occasione. Chiedono infatti di modificare la suddivisione delle zone di intervento o, ancor meglio, di adottare il sistema della rotazione. E di evitare di esibire agli utenti gli elenchi delle ditte disponibili, per non trasformare l’agente di polizia stradale in un promotore pubblicitario.
Nessun suggerimento è stato però accolto e la bozza, che all’inizio si era detto fosse suscettibile di modifica, è stata sottoscritta da solo una delle cinque ditte, quella - per l’ appunto - su cui puntano il dito. Un cattivo esempio di democrazia - accusano - dato che dovrebbe prevalere il principio della maggioranza.
La decisione di non sottoscrivere il regolamento sta però costando caro alle quattro aziende. Dal quattro giugno, dicono, non vengono più chiamate in caso di incidente stradale. Una scelta - quella della polizia municipale di usare un solo recuperatore - che ritengono non rispetti il codice della strada. Come può una ditta che copre da sola tutto il territorio comunale - si chiedono - liberare la sede stradale nel più breve tempo possibile come invece richiesto dal codice? Domande che attendono risposte. Alle quattro aziende, per ora, non resta che aspettare.

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