Il punto sulla siccità. Dopo l'ordinanza emergenza idrica 2017, il calo dei consumi non è quello sperato
Nonostante il provvedimento restrittivo del 26 giugno che vieta di utilizzare l’acqua dell’acquedotto pubblico per innaffiare prati, orti e giardini, lavare piazzali, scale e strade private, riempire piscine, riversare acqua in cisterne e lavare privatamente veicoli, si è registrata una diminuzione contenuta dei consumi.
L'Azienda Autonoma di Stato per i Servizi Pubblici la scorsa settimana aveva segnalato che il consumo giornaliero era calato solo di 543 metri cubi, e «nella giornata di ieri si sono registrati valori intorno agli 11.500 metri cubi, ma i consumi continuano ad essere troppo elevati – evidenzia il direttore generale dell'AASS Emanuele Valli –. Per essere più tutelati dovremmo rimanere sotto i 10 mila».
Il livello del bacino Marecchia è a 5,5 metri e il fiume è in secca, ma sotto la superficie le falde offrono un mese di autonomia.
Mantenendo questi livelli, però, le riserve idriche andranno in sofferenza, soprattutto se ad attenderci sarà un agosto non piovoso.
La Repubblica di San Marino attualmente sta consumando 130 litri al secondo, a fronte di un approvvigionamento di 120 litri al secondo, 80 provenienti dal Marecchia e 40 dalla Diga di Ridracoli.
E non sono di certo gli isolati acquazzoni estivi, come quello dello scorso venerdì, a riempire le falde acquifere e a riportare la situazione alla normalità.
Ma quanto dovrebbe piovere per far tornare ad un regime di sicurezza?
Nel servizio, l'intervista a Paolo Zafferani, coordinatore acqua e gas dell’AASS.
Silvia Sacchi