Le indagini sui due esposti proseguono parallelamente a Palazzo di Giustizia. La prima, aperta dal magistrato dirigente Valeria Pierfelici subito dopo le dichiarazioni rilasciate dal consigliere dei Sammarinesi per la libertà, Giuseppe Rossi, all’interno del Consiglio giudiziario, è stata affidata al Commissario della Legge Roberto Battaglino. La seconda, su iniziativa del consigliere Rossi nei confronti del dirigente Pierfelici, è nelle mani del Commissario della Legge Alberto Buriani, che giusto ieri ha convocato, in qualità di testimoni, i consiglieri Romeo Morri e Augusto Casali, che assieme ai consiglieri Rossi, Monica Bollini e Glauco Sansovini, firmarono i famosi esposti, tra cui quello sul tirocinio Stolfi che ha poi scatenato la diatriba tra politica e magistratura. Secondo le rivelazioni choc di Giuseppe Rossi infatti, le informazioni per ampliare gli elementi contenuti nell’esposto sul tirocinio arrivarono proprio dalla dirigente Pierfelici. Bocche cucite dai diretti interessati, che con ogni probabilità, a turno, saranno chiamati dai due giudici che indagano parallelamente. Augusto Casali si limita a ricordare quanto già dichiarato nell’aula del Consiglio Grande e Generale, ossia che non gli risultava assolutamente che le informazioni provenissero proprio dal Tribunale. La stessa tesi, in Parlamento, l’aveva sostenuta Romeo Morri. Ben diversa la posizione dei consiglieri Bollini e Sansovini, che al contrario hanno sempre appoggiato la tesi di Giuseppe Rossi. I tempi comunque stringono, perché lo stesso Congresso di Stato ha auspicato che la questione, dal punto di vista giudiziario, possa chiudersi prima che il Consiglio riprenda il dibattito lasciato in sospeso sulla questione giustizia.
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