“Con il sindacato stiamo portando avanti un confronto sereno per definire il numero delle zone postali e la riorganizzazione del lavoro nelle diverse aree”. Così il Segretario di Stato Paride Andreoli, il giorno dopo la riunione tra le federazioni del pubblico impiego e i rappresentanti sindacali dei 10 uffici postali. I dipendenti, spiega Stefano Zonzini della CDLS, hanno contestato con fermezza la proposta di ridurre a 35 il numero delle zone postali, confermando invece che l’assetto ottimale deve prevedere almeno 37 zone, così come è organizzato oggi il settore. Le federazioni del pubblico impiego hanno illustrato l’impegno del governo di continuare l’informatizzazione degli uffici, aggiornando il 50 % dei servizi con una rete telematica collegata a quella delle poste italiane. Perplessità infine sulle proposte, avanzate dall’esecutivo, di chiusura pomeridiana dell’ufficio di Domagnano e di riduzione (da 3 a 2) degli sportelli dell’ufficio di Città. Nel dicembre scorso, il Congresso di Stato ha affidato ad Andreoli il compito di prevedere, in fase sperimentale, un monosportello in Città e l’apertura solo mattutina a Domagnano stabilita in accordo con la Giunta e già esecutiva. Il mese scorso, ricorda il Segretario di Stato per le poste, abbiamo presentato il nostro progetto alle organizzazioni sindacali, spiegando che la sperimentazione avveniva solo per l’ufficio postale di Città. Una sperimentazione che vuole verificare il carico di lavoro del servizio dopo il trasferimento di molti uffici pubblici a Tavolucci, lasciando aperti due sportelli, mantenendo il turno pomeridiano e trasferendo il telegrafo nell’ufficio postale di Serravalle. Al sindacato, conclude il Segretario Andreoli, abbiamo presentato al proposta di Governo che prende in esame anche i servizi, l’anzianità e l’eventuale personale in esubero. Proprio in questi giorni, il responsabile politico delle poste, ha fatto una ricognizione delle diverse zone postali della Repubblica.
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