State attenti quando fate la raccolta differenziata altrimenti nella vostra prossima carbonara o in una fresca caprese potrebbero esserci microparticelle di plastica. Lo rivela uno studio del Consorzio Italiano Compostatori che riunisce le aziende che trasformano la spazzatura umida in biogas e in compost. Se infatti buttiamo la plastica, per disattenzione, negligenza o in sacchetti non biodegradabili, questa rischia di entrare nella catena alimentare e finire nel nostro cibo.
Nei rifiuti organici raccolti con la differenziata in Italia il 5% è plastica. Il risultato di questa “raccolta fatta male” è che le microparticelle di plastica finiscono prima nel compost e poi nei terreni che si andranno a concimare. Tutte “porcherie” che vengono assorbite dalle piante.
L'Italia non è l'unica in Europa ad avere questo problema, situazioni analoghe sono registrate anche in Germania, Svizzera e Austria. Una nota positiva per lo stivale c'è. Insieme alla Francia, per arginare il problema, risultano le uniche ad aver vietato i sacchetti non biodegradabili.
Nei rifiuti organici raccolti con la differenziata in Italia il 5% è plastica. Il risultato di questa “raccolta fatta male” è che le microparticelle di plastica finiscono prima nel compost e poi nei terreni che si andranno a concimare. Tutte “porcherie” che vengono assorbite dalle piante.
L'Italia non è l'unica in Europa ad avere questo problema, situazioni analoghe sono registrate anche in Germania, Svizzera e Austria. Una nota positiva per lo stivale c'è. Insieme alla Francia, per arginare il problema, risultano le uniche ad aver vietato i sacchetti non biodegradabili.
Riproduzione riservata ©