Si erano trasferiti in riviera con mogli e figli e per mantenersi rapinavano istituti bancari. Le rapine sono state messe a segno da due fratelli originari del catanese, Filippo e Sebastiano Trippoloni di 26 e 24 anni, che tra luglio e agosto hanno colpito in almeno tre banche del Riminese. Gli uomini della squadra mobile della questura di Rimini, guidati da Sabato Riccio, sono risaliti a loro dopo una serie di indagini e appostamenti. Gli arrestati hanno confessato i reati contestati che riguardano la rapine alla filiali della Carim. La prima a riccione il 12 luglio, che fruttò un bottino di 8000 euro. In quel caso fuggirono con in ostaggio un cliente, che in seguito e in base alle indagini, risultà essere in realtà un complice. La seconda alla filiare di Sant’Ermete il 26 agosto, 5000 euro il malloppo, e la terza alla filiale di Padulli, 29 agosto, dove rubarono 11 mila euro. Agivano con un kutter, che grazie al minimo quantitativo di metallo sfugge al controllo elettronico delle banche, e usavano auto non segnalate per fuggire. Stabilitisi da tempo in riviera, anche per stare vicino al padre da tempo in carcere per altri reati, per sfuggire ai controlli cambiavano di alloggio insieme alle famiglie ogni due o tre giorni, privilegiando residence o hotel. E sono stati arrestati proprio in una struttura residenziale di Viserbella. Nell’operazione, che potrebbe avere ulteriori sviluppi, sequestrati un'auto utilizzata per le rapine e alcuni indumenti personali indossati nel corso dei colpi dai due fratelli.
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