Rapporto Caritas Emilia-Romagna: sempre più poveri
Quasi 70mila persone incontrate nel 2015, vale a dire 1 famiglia su 3 fra quelle segnalate come in stato di povertà dall'Istat. Più che i dati interessano le tendenze per una fotografia della povertà che cambia. Sempre più uomini: soli o senza lavoro. Italiani celibi, o divorziati. Stranieri, lontani dalla famiglia. Proprio gli italiani aumentano, anche come accessi ai dormitori. In crescita, in parallelo, i profughi, quelli che, terminati i progetti di accoglienza, si trovano ad attraversare l'Italia chiedendo vitto alloggio o lavoro. Dai primi dati del 2016, impenna l'aumento degli stranieri: oltre il 70% a Modena, Cesena, Reggio, sono al 75% nella Diocesi San Marino-Montefeltro, con prevalenza di nazionalità marocchina, romena e tunisina, regolari in Italia da tempo. Identificata anche la fascia d'età più colpita: tra i 35 e i 45 anni. Tra gli italiani, sempre più quelli che hanno perso il lavoro e faticano a ricollocarsi. Altro allarme: il 20% di quanti si rivolgono alla Caritas sono senza fissa dimora: erano 4000 nel 2014. Anche in questo caso, sono sempre più italiani per cui la Caritas evidenzia - come causa - un contorno sociale drammatico, accanto alla perdita del lavoro: fragilità nei rapporti familiari, solitudine, salute precaria. Dalla Caritas altri dati: serviti 430mila pasti nelle mense, distribuiti 36.500 pacchi di viveri, 2.118 le accoglienze in dormitorio, favoriti 200 reinserimenti lavorativi.
AS