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Rapporto Caritas: in Italia 1 su 10 in povertà. A San Marino dati stabili ma "probabilmente aumenteranno"

Caritas italiana diffonde il Rapporto 2023 su povertà ed esclusione sociale: in un anno poveri assoluti aumentati di 357 mila unità

di Mauro Torresi
18 nov 2023
Caritas italiana diffonde il Rapporto 2023 su povertà ed esclusione sociale
Caritas italiana diffonde il Rapporto 2023 su povertà ed esclusione sociale

Vivere in un limbo: nella povertà e con la consapevolezza che la propria condizione non migliorerà. Una persona su 10, in Italia, non ha accesso a un livello di vita dignitoso. Il dato emerge dall'ultimo Rapporto su Povertà ed esclusione sociale della Caritas italiana. Il titolo non lascia spazio a interpretazioni: “Tutto da perdere”.

Nella penisola si parla ormai di fenomeno “strutturale”. Dal 2021 al 2022 i poveri assoluti sono aumentati di oltre 350mila unità, arrivando a quota 5 milioni e 674mila: il 9,7 per cento della popolazione, contro il 9,1 del 2021. Il 30% è composto da stranieri. Particolare non da poco: un povero assoluto su quattro ha comunque un lavoro. Si parla allora di “working poor”: lavoratori in nero, in 'grigio', con part-time forzati, magari con contratti regolari ma con salari inadeguati. Sopravvivere, dunque, è sempre più difficile.

Per non contare le bollette da pagare: lo scorso anno quasi la metà dei sussidi economici erogati da Caritas è stato usato per le fatture dell'energia. L'Italia, spiega il report, è il Paese in Europa in cui la trasmissione tra generazioni delle condizioni di vita sfavorevoli risulta più intensa. Tradotto: se una persona nasce povera, probabilmente lo sarà anche da adulta. Enorme il numero di minori in povertà assoluta: ben 1,2 milioni.

A San Marino i numeri sono stabili, ma dalla Caritas avvertono che, con molta probabilità, aumenteranno. L'organizzazione aiuta mensilmente 250 persone. 87 le famiglie sammarinesi che hanno chiesto supporto nel 2023, per un totale di 215 cittadini. Ogni mese bussano alla porta della Caritas 47 famiglie, che corrispondono a circa 150 persone, e un centinaio di rifugiati ucraini. L'organizzazione ricorda le diverse iniziative in campo, tra le quali il negozio di abiti e altri prodotti a Borgo Maggiore, aperto ogni giovedì e sabato mattina: parte del ricavato viene destinato proprio al supporto delle iniziative per chi si trova in difficoltà.





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