Rapporto UNHCR: nel 2018 una persona su 18 muore mentre attraversa il Mediterraneo
Quest'anno sono già più di 1.600 le persone morte o che risultano disperse nel tentativo di raggiungere l'Europa. Lo scrive l'Unhcr nel suo ultimo rapporto “Viaggi disperati”, che sottolinea come a fronte di un calo nel numero totale di persone che arrivano in Europa, si registra un aumento drastico del tasso di mortalità, in particolare tra coloro che affrontano la traversata del Mediterraneo.
Tra gennaio e luglio 2018, una persona su 18 è morta, in confronto a una su 42 nello stesso periodo del 2017.
Per l'agenzia Onu “le nuove misure contro l'immigrazione clandestina nel Mediterraneo centrale, tra cui il sostegno alle autorità libiche per evitare i viaggi in mare, le restrizioni al lavoro delle Ong coinvolte nelle operazioni di ricerca e salvataggio e il limitato accesso ai porti italiani in mare da giugno hanno portato a meno arrivi in Italia, ma ad un più alto tasso di morti”.
Durante quest'anno si calcola che lungo la rotta del Mediterraneo centrale si siano verificati dieci incidenti che sono costati la vita a 50 persone o più, la maggior parte delle quali erano partite dalla Libia. Sette di questi incidenti sono avvenuti dopo il mese di giugno. Morte inoltre più di 300 persone lungo la rotta marittima dal Nord Africa alla Spagna, in netto aumento rispetto al 2017, quando i decessi erano stati 200 in tutto l'anno. Ad aprile oltre 1.200 persone hanno raggiunto la Spagna via mare: il tasso di mortalità è così salito ad un decesso ogni 14 persone che vi giunge. Anche lungo le rotte terrestri non va meglio: ad oggi 78 rifugiati e migranti sono morti in Europa o presso le frontiere, rispetto ai 45 registrati lo scorso anno nello stesso periodo.
Francesca Biliotti