"Re Nero": il Governo è compatto nel denunciare l'inchiesta

"Re Nero": il Governo è compatto nel denunciare l'inchiesta.
“Quella del sostituto procuratore del tribunale di Forlì è un’interpretazione di una gravità assoluta, un attacco al sistema bancario sammarinese”. Non usa mezzi termini il Governo che si presenta compatto nella denuncia di un tentativo di mettere in discussione il sistema bancario della Repubblica. Accanto ai Segretario di Stato agli Esteri, le Finanze, l’Industria e la Giustizia, ci sono anche i massimi dirigenti della Banca Centrale. “Quell’operazione contestata – affermano riferendosi al sequestro di 2 milioni e 600mila euro provenienti dalla Banca d’Italia e destinati alla Cassa di Risparmio – è una normale attività bancaria codificata da decenni e che rientra nel rapporto consolidato con la Banca d’Italia. Non c’è assolutamente nulla di irregolare”. San Marino non manda giù assolutamente neppure l’imputazione di “riciclaggio” e intende far valere le proprie ragioni in ambienti diplomatici e giudiziari. Lunedì il Congresso di Stato affiderà ad uno studio legale di prestigio l’incarico di tutelare il sistema bancario sammarinese e l’immagine della Repubblica. L’intenzione è quella di avanzare, se i legali ne ravviseranno le condizioni, anche una richiesta di risarcimento danni, che sarà sicuramente ingente, a molti zeri . “Non si può accettare – spiega il Governo – che l’azione di una magistratura possa disconoscere tutti gli accordi internazionali sottoscritti da San Marino sia con l’Italia che con l’Europa, che tenti di cancellare 130 anni della nostra storia bancaria”.
“Se il teorema del magistrato avesse fondamento – afferma Tito Masi – allora un avviso di garanzia avrebbe dovuto essere inviato anche ai massimi vertici della Banca d’Italia. Perché – si chiede il responsabile dell’Industria – non è stato fatto?”. Come si fa a considerare atto di riciclaggio un’operazione gestita direttamente dalla Banca d’Italia?
Il Segretario alle Finanze, Macina, ricorda alla magistratura forlivese che San Marino non è formalmente un Paese UE ma fa parte dell’area valutaria dell’Euro, ha sottoscritto intese e accordi con l’Unione Europea e con gli organismi finanziari dell’Europa e dell’Italia. “Abbiamo un codice di operatività – spiega il Direttore Generale di Banca Centrale, Luca Papi – assegnatoci dalla Banca d’Italia, come operatori finanziari residenti, ed è con quei codici che operano le nostre banche”. “E’ un’accusa infondata e generalizzata – dichiara il Segretario Foschi – che con la vicenda Re Nero non ha nulla in comune, se non il nome del sostituto procuratore della Repubblica. Nel caso Asset ci sono accuse che sono ancora tutte da dimostrare e in questo caso è un attacco diretto e inequivocabile all’intero sistema”.
Insomma per San Marino è tutto un terribile fraintendimento, una questione interpretativa, ma adesso il vaso è colmo. Il Governo è stanco di vedere che da troppo tempo iniziative giudiziarie o della Guardia di Finanza si inseriscono nel rapporto fra Stati e invece di seguire gli adeguati canali diplomatico-istituzionali, continuano a considerare la Repubblica in modo errato. “Noi – afferma il Segretario Stolfi – i rapporti di amicizia e buon vicinato li intendiamo in maniera diversa. Siamo uno Stato sovrano e non intendiamo sottostare all’interpretazione di un tribunale italiano e della Guardia di Finanza. Non vogliamo arroccarci nei nostri confini ma intendiamo dialogare, come è giusto, con il Governo italiano. E’ una questione di sovranità”. L’auspicio è ora che prevalgano la logica e il buon senso e che ci sia spazio per un ripensamento della magistratura. Il primo segnale potrebbe essere quello del dissequestro del denaro.

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