“Re Nero”: in libertà i sammarinesi. Il punto sulla vicenda

“Re Nero”: in libertà i sammarinesi. Il punto sulla vicenda.
Accusa e difesa si preparano a comporre il confronto legale che si aprirà in futuro, sull’inchiesta “Re Nero”. Secondo gli inquirenti la forlivese Banca di Credito e di Risparmio di Romagna era in realtà uno sportello italiano della Asset Banca di San Marino. La Bcr, dicono, offriva a diversi industriali un “servizio di riciclaggio” del nero, con trasferimenti materiali di capitali dall’Italia verso il Titano. Questi soldi, seconda l’accusa, venivano poi sostituiti, col negozio di deposito, per essere di nuovo trasferiti alla Banca di Credito e Risparmio di Romagna. Tra gli indagati anche imprenditori romagnoli che si sarebbero serviti di questo sistema per far scomparire parte degli introiti delle loro ditte. In aggiunta la Bcr gli avrebbe concesso prestiti di importi pari alle somme distratte, così da poterli inserire nei bilanci delle loro aziende come passivo. Dieci le persone arrestate, tra loro tre sammarinesi. Tutti chiamati a rispondere delle accuse riportate nelle 170 pagine di ordinanza di custodia cautelare che contengono anche tutte le intercettazioni telefoniche.
Stefano Venturini, commercialista sammarinese, ha sempre ribadito la sua totale estraneità alla vicenda. La difesa di Stefano Ercolani e Barbara Tabarrini, Presidente e Direttore di Asset Banca ha sempre ribadito che i due sammarinesi hanno agito nel pieno rispetto della legislazione della Repubblica. E il problema del rapporto tra normativa italiana e normativa sammarinese in materia avrà un ruolo centrale nel dibattimento, visto che i vertici di Asset avevano l’obbligo, all’interno del loro istituto di credito, di seguire quella del Titano. La legislazione sammarinese in materia è stata rispettata, ha sempre affermato la difesa, e i depositi rientrano nella legalità.

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