Non si è risvegliata la 14enne che martedì scorso è stata colta da arresto cardiaco al Parco Ausa di Dogana, mentre – pare - stava passeggiando in compagnia del fratello. I sanitari, dopo aver sospeso i farmaci che la tenevano in coma, hanno cercato di riportarla in uno stato di coscienza, ma il tentativo purtroppo è stato vano. Le condizioni della ragazzina rimangano molto gravi: i medici parlano di sofferenza cerebrale diffusa, non respira autonomamente, ma con l’aiuto della ventilazione meccanica, e mostra parametri vitali instabili. Secondo indiscrezioni, soffrirebbe di una patologia cardiaca congenita, che però non avrebbe alcun collegamento con il malore improvviso di tre giorni fa. Resta da chiarire anche la tempistica dei soccorsi, la cui celerità in casi come questi è fondamentale. L’ambulanza, sempre secondo indiscrezioni, avrebbe impiegato circa 12 minuti per arrivare sul posto, quando in situazioni di emergenza cardiaca il margine di efficace intervento, utilizzando il defibrillatore, non dovrebbe superare i 7 minuti. La speranza ora è quella di un rapido risveglio, affinché si possa appurare con certezza l’entità dei danni cerebrali subiti.
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