APERTURA ANNO ACCADEMICO

Rettore Petrocelli: “Università, grande comunità”. Amato: “Democrazia malata, per mancanza di condivisione”

Un appello alla pace e al cessate il fuoco in tutti i conflitti in corso. Parte da qui il Rettore, Corrado Petrocelli, aprendo l'Anno Accademico davanti ai Capitani Reggenti, al Senato Accademico, gli ospiti degli Atenei più vicini, naturalmente, gli studenti e il personale docente e non. Lo fa da un luogo come San Marino, che – ricorda – “a partire dalla sua Carta dei Diritti, ripudia la guerra ed è votato all'accoglienza”; lo fa da un ambito - l'Università - quale “luogo di confronto delle idee, che forma menti libere e critiche”, che così sottolinea, insistendo sul ruolo dell'Ateneo “nel creare coscienza civile e nell'essere comunità”.

“La nostra Università – dice Petrocelli - deve essere come l'ho sempre pensata e come vorrei la pensassimo tutti: cioè una grande comunità; uno dei pochi spazi in cui attualmente si può ancora liberamente parlare, discutere, confrontarsi, anche litigare. Perché di spazi non c'è di più e questo nuoce alla democrazia. L'Università deve formare, certamente, degli ottimi ingegneri, dei bravi designer, dei bravi comunicatori, ma deve formare dei cittadini consapevoli. Perché i cittadini consapevoli sono il vaccino della democrazia”.

Un Ateneo che cresce nei numeri e che consolida l'offerta formativa. Passa in rassegna le eccellenze, lancia i nuovi corsi, guarda agli studenti nel sostegno loro offerto, dall'apprendimento, ai servizi – prossimo obiettivo: studentato. Poi i traguardi sul piano dell'accreditamento internazionale. Valorizza proprio questo aspetto, il Segretario all'Università, Andrea Belluzzi:

“Il ruolo che ha svolta la nostra Università – dice Belluzzi - è andato al di là dell'essere Università pubblica, ma è vera e propria istituzione del Paese. Ha fatto un grandissimo lavoro di accreditamento del sistema d'istruzione superiore in Italia e in Europa, facendo entrare il nostro sistema in ambito europeo, ancor prima del lavoro fatto dal nostro Paese nel suo complesso. Oggi siamo in Europa, oggi siamo in Erasmus, siamo all'interno del Processo di Bologna. Il lavoro lo dobbiamo al Dipartimento Istruzione e alla nostra Università”.

Attesa la lectio magistralis del giurista, accademico, due volte premier nei 18 anni da parlamentare, Giuliano Amato. “La democrazia difficile del nostro tempo e la costituzione italiana”, un excursus sul cammino democratico italiano, e il valore della costituzione come garanzia rispetto a quella che chiama “malattia delle democrazia” “Secondo me – spiega Amato - la malattia peggiore di cui soffrono le democrazie oggi è la perdita di quella condivisione delle politiche da parte dei cittadini, che crea adesione reciproca e riconoscimento reciproco. Una volta, ce l'assicuravano i partiti; i partiti per farlo non ci sono più. Come sostituire o, eventualmente, rafforzare i partiti, perché ancora oggi siano i cittadini a concorrere e condividere le politiche che li riguardano? Punto interrogativo...”

Nel video, le interviste al Rettore dell'Università di San Marino, Corrado Petrocelli; al Segretario di Stato alla Cultura e Università, Andrea Belluzzi e a Giuliano Amato

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