Revocata la licenza d’esercizio alla agenzia investigativa CIO

Revocata la licenza d’esercizio alla agenzia investigativa CIO.
“Faremo ricorso al tribunale amministrativo” così il titolare della CIO, Salvatore Vargiu, che annuncia di aver dato mandato ai suoi legali per far valere i propri diritti. L’obiettivo è ottenere l’annullamento della revoca ed anche tutelare la propria onorabilità. Con la licenza revocata infatti la CIO ha dovuto sospendere la propria attività lasciando in sospeso i casi che stava seguendo.
Lo stop alla licenza è stato notificato all’agenzia investigativa dall’Ufficio industria sulla base di una delibera del Congresso di Stato del 4 maggio. La motivazione addotta è aver menomato il prestigio e gli interessi della Repubblica.
Nei mesi scorsi sulla stampa si riportò la vicenda di un collaboratore dell’agenzia che – fermato da una pattuglia – avrebbe detto di lavorare per il Governo di San Marino. “Smentisco questa circostanza categoricamente. E dalla relazione di servizio si evince che i fatti – dichiara Vargiu – non si svolsero così. Noi all’epoca abbiamo asserito di avere l’autorizzazione ad operare e non di lavorare per il Governo che è tutt’altra cosa”.
Vargiu ammette di essere stato denunciato dalla Questura di Pesaro ma è certo di essere dalla parte della ragione. “Abbiamo delegato quell’investigazione – dichiara – ad un’agenzia italiana con un regolare contratto di appalto. Il mio certificato penale – aggiunge – è pulito”. La Cio acquisì una certa notorietà alla fine di agosto dello scorso anno quando rintracciò e consentì il rientro a casa della piccola Ambra dopo una lunga separazione forzata dal fratellino gemello e dalla madre Yudelka.

Luca Salvatori

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