“Non abbiamo alcuna intenzione di rimandare il bambino in un ambiente del genere”. Termina così la lettera inviata oggi alla stampa dalla madre del bimbo. La donna accusa le autorità scolastiche di aver lasciato trapelare informazioni coperte da segreto professionale. Non manca poi una replica al Servizio Minori, che ieri, in un comunicato, aveva spiegato che i genitori del bimbo avevano interrotto il trattamento terapeutico, vanificando l’iter di integrazione. “Noi famiglia abbiamo collaborato eccome” - risponde la madre. Ma il bambino non si sarebbe mai aperto con gli educatori del servizio, da qui la decisione di rivolgersi a privati. Duro, infine, il pensiero rivolto agli altri genitori che proprio ieri avevano protestato per la decisione, presa dal consiglio di classe, di riammettere il bambino: “Loro non sono nessuno – scrive la donna – per affermare che mio figlio è da curare”. La famiglia dunque sembra decisa a rivolgersi altrove per l’istruzione del bimbo. Potrebbe rivelarsi inutile, quindi, la riunione della commissione tecnica – formata da membri della scuola e del Servizio Minori – tenutasi nel pomeriggio per discutere del caso. Previsto domani anche un colloquio con la famiglia. Probabilmente non servirà a nulla, la situazione sembra ormai compromessa. Un caso che ha suscitato un polverone, che ha diviso l’opinione pubblica. Vicende simili, fortunatamente, sono rare in Repubblica. Al momento sono 78 gli alunni degli istituti di San Marino che usufruiscono di insegnanti ed educatori di sostegno: 16 alla scuola dell’infanzia, 33 a quella elementare, 27 alle medie e 2 alle superiori. Si tratta di minori con handicap, con disturbo dell’apprendimento o – semplicemente – con disagi di tipo socio-familiare. 65 – in totale – gli insegnanti assegnati loro dalla commissione tecnica per l’integrazione. Un impegno importante da parte delle istituzioni, specie se si considera la situazione di oltreconfine: in Italia è previsto un insegnante di sostegno ogni 138 alunni; a San Marino, dunque, il numero di professionisti che assistono ragazzi in difficoltà è, proporzionalmente, molto maggiore.
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