Il ricordo del sacerdote degli "ultimi": Don Oreste Benzi
Questo prete, all’apparenza dimesso (era stato tanto povero da non avere i soldi per la talare, sostituita da un camice nero che poi divenne la sua caratteristica) era un combattente nato che spesso assumeva posizioni sgradite ai palazzi della politica, da lui fortemente contestati perchè poco rispettosi delle norme etiche su temi come l'aborto, la dignità della famiglia, la lotta a fenomeni come la droga e la prostituzione. Considerava le proposte per una legalizzazione diretta o indiretta dell'eutanasia il sintomo di una vera "volontà distruttiva". Per i rom era arrivato a chiedere il riconoscimento come "minoranza etnica da tutelare".
La sua creatura, l’Associazione Papa Giovanni XXIII, continua a vivere. E’ presente in decine di paesi dei cinque continenti con volontari impegnati a favore della vita non ancora nata, dell'infanzia abbandonata, delle prostitute, gli zingari, i tossicodipendenti, i barboni, i malati di mente. Tutti i rifiutati della società. L’associazione si occupa anche di obiezione civile, di sette occulte, anziani, giustizia internazionale, carcerati, assistenza dignitosa ai malati di cancro. E’ lui l’uomo che Benedetto XVI ha definito “un infaticabile apostolo della carità”.