Da un giorno all’altro, i cittadini – non molti, in verità – abituati a gettare la plastica negli appositi contenitori, non si sono più ritrovati i cassonetti blu in nessuna isola ecologica. Spariti. Erano partite proteste, interpellanze, istanze d’arengo, e l’igiene urbana aveva fatto sapere, senza tanti giri di parole, che il gioco non valeva la candela. Costi troppo alti. Inoltre, la gente non gettava solamente plastica, ma la mischiava col vetro e con altri prodotti, e le bottiglie venivano buttate quando ancora contenevano liquidi. “Stiamo lavorando ad un progetto per la ristrutturazione delle isole ecologiche”, annuncia la segreteria di Stato per i rapporti con l’Azienda dei servizi, e i vertici dell’Aass confermano: “Alla fine di settembre dovremo essere pronti, ma poi serviranno anche provvedimenti normativi, regole chiare ed anche meccanismi sanzionatori per chi non userà correttamente le isole ecologiche. Alla base di tutto – aggiungono – deve nascere una diversa cultura e una diversa sensibilità nella cittadinanza. E non partiremo con alcun progetto se prima non avremo raggiunto un accordo con le giunte di castello. Perché le isole ecologiche, in teoria, tutti le vogliono, ma se si tratta di piazzarle vicino alle case, tutti le rifiutano”. Il progetto comunque arriverà, sarà sostanzioso, perché l’obiettivo è anche e soprattutto aumentare la percentuale di raccolta differenziata.
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