Rifiuti, Rete: “Porta a porta non ha funzionato”; l'Ass. Micologica: “Si torna al passato”
Il Movimento Rete elenca una serie di problemi legati alla raccolta rifiuti con metodologia “porta a porta”: dalla mancata attivazione su tutto il territorio, alla “trasmigrazione” dei rifiuti da un Castello all’altro, passando per gli accordi non stipulati con i Consorzi di filiera. Errori che hanno portato San Marino ad esportare 58 tonnellate di rifiuti, “di cui il 92% viene incenerito e il resto va in discarica”. Poi la questione legata ai costi: “La raccolta a cassonetto costava 35 euro a tonnellata, con il Pap – scrive in una nota - siamo passati a 270 euro per ogni tipologia di materiale”. Ci si aspettava dunque un risparmio che non c'è stato. “Per questo – continua - abbiamo collaborato alla stesura all’ordine del giorno nell’ultima Commissione Territorio”. Bisognerà quindi attuare una “raccolta differenziata corretta, pianificata monitorata, sostenibile e virtuosa che riduca […] la nostra dipendenza dai territori limitrofi”.
A stretto giro sull'argomento si espone anche l'Associazione Micologica Sammarinese, secondo cui “con il nuovo Segretario al Territorio e Ambiente, si torna al passato”. Per la Micologica “con i cassonetti, più o meno 'intelligenti',[...] non si otterranno obbiettivi di differenziata superiori al 40/50%”, mentre non vede di buon occhio il ritorno alle isole ecologiche “dove un rifiuto erroneamente inserito può contaminare e pregiudicare l’intero cassonetto”. Se in questi anni non si sono ottenuti i risultati auspicabili – prosegue il comunicato - “vuol dire che qualcosa non funziona anche a livello dirigenziale”. La Micologica ricorda infine che la Repubblica ha ratificato l’Accordo di Parigi per ridurre del 20% le emissioni di gas a effetto serra “e questo non è un buon inizio per la nuova Segreteria al Territorio e Ambiente perché meno rifiuti si producono e più si riciclano fa risparmiare materia prima, energia, acqua e crea meno CO2 e inquinamento atmosferico”.