Una cinquantina di persone hanno manifestato nel pomeriggio a Rimini solidarietà all'aiuto-cuoco 39enne costretto dal proprio datore di lavoro (secondo la sua denuncia sporta ai carabinieri) a far sesso con una prostituta per dimostrare di non essere omosessuale. Sempre secondo il suo racconto, se non avesse accettato questa condizione sarebbe stato licenziato. All'iniziativa, promossa in piazza Cavour dall'Arcigay, hanno aderito l'assessore regionale Emma Petitti e la consigliera regionale Nadia Rossi, oltre a rappresentanti di Cgil e Uil e altre associazioni del territorio. Il diretto interessato non era presente alla manifestazione, per la quale si è però detto "commosso". La sua intenzione nel diffondere la propria esperienza - spiega l'Arcigay - era proprio quella di sostenere altre persone soggette (spesso sul lavoro) a umiliazioni, violenze e soprusi, dimostrando loro che reagire si può. "Insieme all'offrirgli solidarietà - sottolinea l'Arcigay - la nostra manifestazione intende scuotere le coscienze in modo da formare uno 'scudo sociale contro l'omofobia' che non solo sostenga chi è vittima di omofobia, ma che soprattutto prevenga questi atti lottando quotidianamente per cambiare la misera cultura in cui questi episodi mettono le radici". Seguendo l'invito dell'associazione promotrice, i partecipanti hanno esposto cartelli con la scritta 'Io sono gay', 'Io sono lesbica', 'Io sono trans". Sulla scalinata della piazza è stato srotolato uno striscione con la scritta ''.
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