Per chi ha superato i quarant’anni è la fine di un'epoca. La Dimar, uno dei negozi di dischi più forniti al mondo, dove si riusciva a trovare il disco del cantante preferito, dove si trascorrevano ore a frugare nei vinile, lascia il posto alle nuove tecnologie, alla concorrenza, ad Internet. Erano già li, prima dell’apertura, in attesa di poter scartabellare tra le tonnellate di vinile disposto in ordine alfabetico nel mobilio in legno consumato da milioni di mani. Il cd si è diffuso a macchia d’olio, relegando il vecchio vinile e i suoi tipici “fruscii” in un angolo della soffitta. Eppure il “Long playing", l'ellepì, sembra imporsi nuovamente all’attenzione generale . Le case discografiche, sull’orlo della crisi, cercano nuove idee e guardano al passato. Il vinile , negli ultimi vent'anni, ha conservato un mercato di appassionati, che oltre all'usato hanno potuto attingere alle nuove produzioni soprattutto grazie alle etichette indipendenti che incidono sia su cd che su 33 giri. Da qui l’idea, per ora ancora tale, di ricominciare a incidere su vinile, sperando che i consumatori ritrovino nel disco un oggetto da collezionare.
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