L’ operazione è stata denominata “Dolce vita” perché il locale “Chi burdlaz” sul lungomare, era in grado di fornire ogni tipo di servizio, dalla ristorazione, alla droga, alle donne. Figura centrale il direttore, il riminese Fabrizio Casadei, 42 anni, che si riforniva da una rete di spacciatori italiani e stranieri per rimediare cocaina ai clienti bene della zona. Per alcuni di loro anche la disponibilità due ragazze, una straniera e una italiana. Tutto è scattato un anno fa, quando la Squadra Mobile, diretta da Nicola Vitale, mette sotto controllo il napoletano Salvatore Bove, 31 anni e il catanese Sebastiano Raia, di 47 anni. Entrambi residenti a Rimini e con precedenti penali. Dalle intercettazioni emerge tutto un giro di droga che ruota attorno al locale di Viale Vespucci e al suo direttore. In caso di bisogno, Casadei si rivolgeva anche ad altri 4 spacciatori, un altro napoletano, due albanesi e un rumeno. Tutti tra i 25 e 42 anni. Si tratta di Giovanni di Micco, Algad Myrtaj, Anteo Aliaj e Ioan Tenchiu. Questa notte il blitz della Squadra Mobile, coadiuvata dall’Unità Cinofila di Ancona, nell’osteria e nelle abitazioni dei protagonisti, che ha portato in carcere sette persone, con ordinanza cautelare emessa dal giudice Fiorella Casadei, su richiesta del p.m. Marino Cerioni. Sono tutte accusate di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti in concorso. Per Fabrizio Casadei l’aggiunta dell’induzione e favoreggiamento della prostituzione. Mentre uno degli spacciatori, Di Micco, deve risponde anche di detenzione illegale di arma da fuoco. Solo indagato il titolare del locale, che era a conoscenza - per gli inquirenti - di quanto avveniva all’interno. Sequestrate un centinaio di dosi che arrivavano a costare fino a 180 euro l’una. Il Questore valuterà nelle prossime ore la richiesta di chiusura del locale. Segnalati all’autorità giudiziaria le decine di avventori che, soprattutto nel fine settimana, andavano nel locale per consumare droga. Nel video le interviste a Nicola Vitale (Dirigente squadra mobile Rimini) e Oreste Capocasa (Questore di Rimini)
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