E’ stata convocata dal ministero dei Beni culturali una riunione di coordinamento con tutti gli enti interessati per destinare agli studi di giovani artisti alcuni immobili demaniali inutilizzati. Lo ha annunciato il sottosegretario Ilaria Carla Anna Borletti Dell’Acqua in risposta all’interrogazione in cui il deputato Pd riminese Tiziano Arlotti chiedeva a che punto sia l’emanazione dei decreti attutativi dell’articolo 6 del “decreto Valore Cultura”, che dispone appunto l'assegnazione di immobili di proprietà dello Stato ad associazioni e cooperative di artisti ad uso atelier.
“La disposizione del decreto legge n. 91 del 2013, dopo le modifiche della conversione in legge, è risultata di complessa attuazione – riferisce Arlotti -. Essa prevede infatti preliminarmente due distinti passaggi applicativi, che comportano l’intervento di più amministrazioni. Da un lato vi è la previsione di un decreto del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, da adottarsi di concerto con il Ministro dell’economia e della finanze, su indicazione dell’Agenzia del demanio, anche sulla base di segnalazione dei soggetti interessati, per individuare i beni destinati ad ospitare gli studi dei giovani artisti. Dall’altro lato la norma prevede un secondo decreto del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, di concerto con il Ministro dell’economia e della finanze, diretto a definire le modalità di utilizzo degli stessi beni”.
Il ministero dei Beni culturali, nonostante gli impegni profusi per definire in tempi brevi i provvedimenti attuativi, ha riscontrato alcune difficoltà sollevate dalle amministrazioni concertanti, basate su oggettive difficoltà applicative della norma che va ad integrare una disciplina già assai stratificata e complessa, ha osservato il sottosegretario. “Il ministero ha quindi richiesto una nuova riunione di coordinamento con tutte le amministrazioni concertanti, anche con la collaborazione dell’Ufficio per il programma di Governo, per definire un testo concordato dei provvedimenti in esame – riferisce ancora Arlotti -. Se dovesse rivelarsi infruttuosa e dovessero persistere i dubbi e le difficoltà applicative, occorrerà valutare la possibilità di proporre all’esame del Parlamento un’ipotesi di modifica della norma per rimuovere alla base tali dubbi e semplificare l’applicazione delle relative disposizioni”.
Il deputato riminese ha replicato auspicando quindi “che, in primis, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, il quale è capofila di tale attuazione, si adoperi, insieme agli altri enti coinvolti, per concludere la procedura”.
“La disposizione del decreto legge n. 91 del 2013, dopo le modifiche della conversione in legge, è risultata di complessa attuazione – riferisce Arlotti -. Essa prevede infatti preliminarmente due distinti passaggi applicativi, che comportano l’intervento di più amministrazioni. Da un lato vi è la previsione di un decreto del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, da adottarsi di concerto con il Ministro dell’economia e della finanze, su indicazione dell’Agenzia del demanio, anche sulla base di segnalazione dei soggetti interessati, per individuare i beni destinati ad ospitare gli studi dei giovani artisti. Dall’altro lato la norma prevede un secondo decreto del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, di concerto con il Ministro dell’economia e della finanze, diretto a definire le modalità di utilizzo degli stessi beni”.
Il ministero dei Beni culturali, nonostante gli impegni profusi per definire in tempi brevi i provvedimenti attuativi, ha riscontrato alcune difficoltà sollevate dalle amministrazioni concertanti, basate su oggettive difficoltà applicative della norma che va ad integrare una disciplina già assai stratificata e complessa, ha osservato il sottosegretario. “Il ministero ha quindi richiesto una nuova riunione di coordinamento con tutte le amministrazioni concertanti, anche con la collaborazione dell’Ufficio per il programma di Governo, per definire un testo concordato dei provvedimenti in esame – riferisce ancora Arlotti -. Se dovesse rivelarsi infruttuosa e dovessero persistere i dubbi e le difficoltà applicative, occorrerà valutare la possibilità di proporre all’esame del Parlamento un’ipotesi di modifica della norma per rimuovere alla base tali dubbi e semplificare l’applicazione delle relative disposizioni”.
Il deputato riminese ha replicato auspicando quindi “che, in primis, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, il quale è capofila di tale attuazione, si adoperi, insieme agli altri enti coinvolti, per concludere la procedura”.
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