Rimini è cara, anzi carissima. L’indice dei prezzi al consumo a maggio è aumentato del 2,9% contro il 2,2 della media nazionale e dello 0,8% rispetto ad aprile. Crescono i prezzi delle abitazioni (+ 7,3%), delle bevande alcoliche (+5%) dei servizi ricettivi e di ristorazione, di abbigliamento e calzature. Ed è proprio nei servizi di ospitalità e di ristorazione, di cui Rimini è capitale, che si registra una variazione congiunturale pari al 3,7%. Il gruppo che ha avuto l’incremento maggiore è stato quello del settore alberghi e altri servizi di alloggio con oltre l’11%. E se questo peserà soprattutto sulle tasche dei turisti, ai residenti toccherà l’aumento di ristoranti e bar cresciuti, rispetto ad aprile, dello 0,9% e su base annua del 4,7%. Analizzando il tasso medio (l’indice che fa riferimento agli ultimi 24 mesi e che consente di fare una valutazione su più ampia scala) l’inflazione è del 3%. Continuano invece a scendere i prezzi per la comunicazione, l’istruzione, lo spettacolo e la cultura. Nel capitolo ricreazione la flessione congiunturale più significativa si registra per il settore discoteche e scuole di ballo con un – 3% che spalmato nell’arco di 12 mesi diventa un – 6,6.
I più letti della settimana:
{{title}}
Questo sito fa uso di cookie, anche di terze parti, necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella privacy e cookie policy. Per maggiori dettagli o negare il consenso a tutti o alcuni cookie consulta la nostra privacy & cookie policy