A Rimini slitta l'udienza finale del processo Lolli. Il testimone chiave, un professionista sammarinese, non si è presentato In videoconferenza dal penitenziario di Rossano Calabro, dove è detenuto con l'accusa di terrorismo internazionale dalla Procura di Roma e dove temendo per la propria incolumità ha ottenuto di essere separato dagli altri detenuti accusati di terrorismo islamista, Giulio Lolli è parso insofferente. In effetti quella di oggi, nel tribunale di Rimini, doveva essere l'ultima udienza del processo Rimini Yacht in cui è accusato di truffa, estorsione, associazione a delinquere e falso documentale, per la vendita delle stesse imbarcazioni a diversi acquirenti.
Procedimento cui Lolli vorrebbe mettere un punto al più presto, per poi concentrarsi sulle accuse di terrorismo rimbalzate dalla Libia, da lui sempre respinte con determinazione. Tornando alla Rimini Yacht già due le condanne passate in giudicato per altri filoni: 4 anni e 3 mesi, patteggiati a Bologna, per corruzione, bancarotta e reati tributari e 5 anni e mezzo a San Marino per truffa e falsità ideologica in atto pubblico. Proprio da San Marino era atteso oggi un testimone, un professionista del Titano, ritenuto fondamentale per questo primo grado di giudizio Vista la necessità di ascoltare il professionista sammarinese, che ha addotto motivazioni di carattere familiare, il processo è slittato all' 11 novembre. Nel frattempo si farà quanto necessario per riuscire a sentirlo, tramite gli accordi internazionali contenuti nella convenzione di buon vicinato tra Italia e San Marino. Restano da decidere le modalità: se sarà possibile in aula a Rimini oppure, per rogatoria, nel tribunale della Repubblica.
Nel video l'intervista ad Antonio Petroncini, avvocato Giulio Lolli