Rimini, tentativo di estorsione: la GdF arresta camorrista

Rimini, tentativo di estorsione: la GdF arresta camorrista.
L’approccio per insediarsi nel territorio riminese l’aveva collaudato in altre realtà, specie in Veneto e Lombardia, a spese di imprenditori edili in difficoltà. Proprio per estorsione e usura un 50enne di origine campana, legato al clan camorristico ‘Dei Casalesi’, titolare di due consorzi edili di Venezia, nel 2006 era stato rinviato a giudizio dalla Procura di Bologna. Per questo il tentativo di sbaragliare la concorrenza anche nel riminese, su imput del clan, è fallito: al primo tentativo di estorsione la Guardia di Finanza di Rimini ha avviato una indagine che ha permesso di rilevare una notevole discrepanza tra reddito dichiarato e patrimonio posseduto, che si è conclusa dopo un anno e mezzo con il sequestro preventivo di 26 immobili in Veneto, Lombardia e Campania: ville, appartamenti, garages e uffici per un valore di 7 milioni di euro. Una indagine particolarmente complessa, quest’ultima, perché nella logica camorristica il patrimonio è sempre intestato a terzi.

Il tasso di interesse che applicava agli imprenditori edili cui prestava soldi era del 500%. Dalle indagini è inoltre emerso che pur non avendo i requisiti necessari aveva partecipato ad appalti pubblici tra cui spicca l’intonacatura del villaggio olimpico per le Olimpiadi di Torino. Tramite imprese di Padova che aveva usurato, ha anche lavorato alla costruzione dell’immobile che ospiterà la nuova Questura di Rimini: operazione in regola quest’ultima, ma giudicata dalle Fiamme Gialle una conferma lampante del suo tentativo di insediarsi nel mercato edile romagnolo.

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