Rimini: il Tribunale annulla i fogli di via alle prostitute

Una sentenza del Tribunale rischia indirettamente di portare la città indietro di anni, quando le strade erano piene di prostitute e transessuali che si vendevano sotto gli occhi di tutti, tanto che Rimini era diventata famosa tra i turisti per il giro in auto sul lungomare. Lo sostiene la Comunità Papa Giovanni XXIII, che ha deciso di presentare ricorso contro la decisione dei giudici. Il Tribunale ha infatti accolto i ricorsi presentati dai legali che assistono le prostitute colpite da fogli di via. Il metodo era stato introdotto dall'ex Questore Antonio Pezzano, che nel 2008 aveva ripescato una vecchia legge sulle misure di prevenzione nei confronti di persone pericolose o che offendono la pubblica moralità. Così le forze dell'ordine potevano dare il foglio di via obbligatorio alle prostitute trovate a lavorare in strada. Un metodo contro il quale erano partiti numerosi ricorsi da parte dei legali delle prostitute, basati sulla mancanza di reale pericolosità verso l'incolumità pubblica da parte delle prostitute. Ora il Tribunale ha dato loro ragione anche in base ad una sentenza della Corte Europea che non ammette le espulsioni di cittadini comunitari (e la nazionalità di molte delle donne che hanno presentato ricorso è romena), anche se condannati penalmente, sempre che non costituiscano una minaccia. La Papa Giovani torna a chiedere che approvare il disegno di legge del ministro Carfagna, che dal settembre 2009 giace nelle commissioni Affari Costituzionali e giustizia del Senato. Prevede di punire il cliente e, allo stesso tempo, non tocca la legge Merlin, vietando la prostituzione anche al chiuso.

Sonia Tura

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