E’ tuttora in carcere? O è scappato di prigione approfittando dei disordini? E soprattutto: Giulio Lolli è ancora vivo? In procura a Rimini – da dove è partita l’inchiesta Rimini Yacht– se lo chiedono e se lo chiede anche il suo legale l’avvocato Antonio Petroncini. “Non lo sento da tempo” ci ha detto, non volendo però specificare da quanti giorni esattamente non interloquisce col suo assitito. Il 16 gennaio Lolli era stato portato nel carcere di El – Jedaida che si trova a 6-7 chilometri dalla capitale Tripoli. Il 18 febbraio quattro detenuti che tentavano di scappare sono stati uccisi dalle guardie, ma altri sarebbero riusciti nell’intento mescolandosi poi ai rivoltosi. Comunque stiano le cose, l’estradizione di Lolli è una faccenda sempre più complicata. Doveva aver corso entro il 17 febbraio, ma così non è avvenuto e l’arresto provvisorio è stato prorogato di un mese. Alla base delle difficoltà e delle lungaggini l’assenza di un trattato per l’estradizione con la Libia che il ministero della giustizia italiano ha cercato di ovviare con la formula del cosiddetto “atto di cortesia internazionale”. Ma nell’inferno del paese nordafricano appare improbabile che qualche autorità si stia occupando di tutto questo. E nel frattempo, se è ancora vivo come tutti si augurano, nessuno si stupirebbe se Lolli – un personaggio capace di vendere la stessa barca a due persone diverse –trovasse la maniera di tornare “uccel di bosco”.
Luca Salvatori
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