Resta un mistero, ad oltre un mese dal ripristino dell’ambasciata italiana a Tripoli, la sorte di Giulio Lolli, l’ex patron di Rimini Yacht che all’inizio della guerra in Libia era detenuto in un carcere della capitale. Durante il conflitto si erano persi i contatti con le autorità libiche e quindi era di fatto impossibile sapere se Lolli fosse ancora in carcere. La speranza era che al termine del conflitto i canali di comunicazione ufficiali consentissero di rintracciare Lolli per procedere con l’estradizione in Italia, ma così non è stato. I funzionari dell’ambasciata d’Italia a Tripoli non sono ancora riusciti a soddisfare la richiesta di informazioni sull’ex patron di Rimini Yacht, inviata dalla procura riminese. Di Lolli si son perse le tracce. La mente della truffa più clamorosa degli ultimi anni nel settore nautico e non solo, sembra svanito nel nulla. Tutti, compresi gli inquirenti, sperano sia sopravvissuto ai bombardamenti e ai combattimenti avvenuti a Tripoli. Continuano, infatti, le ricerche nelle carceri libiche che – si è scoperto da poco – sono molte di più rispetto a quelle di cui si era conoscenza prima del conflitto. Considerando le caratteristiche di Lolli non si può certo, però, escludere che, dalla situazione di caos, abbia tratto vantaggio per dileguarsi e organizzare la sua latitanza.
Luca Salvatori
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