Rimini yacht: Lolli condannato a otto mesi

Nelle interviste rilasciate pochi mesi fa a Tripoli Lolli dichiarava di voler rientrare in Italia, ma non per andare in carcere.
Restare nella nuova Libia post-gheddafi rimane quindi l’opzione meno problematica perché lì, l’ex patron della Rimini Yacht, può lavorare e vivere da uomo libero: ha combattutto con gli insorti che hanno rovesciato il regime e questo gioca a suo favore. La conferma, negli atti che, per la prima volta, la giustizia libica ha trasmesso, pochi giorni fa, ai magistrati italiani. Lolli è stato condannato a 8 mesi per il passaporto argentino falsficato con cui è stato sorpreso a Tripoli il 17 gennaio 2011, ma non tornerà in carcere. E per un secondo procedimento a suo carico la magistratura libica fa sapere che l’esito è stato il rilascio. Forse - ma è solo un’ipotesi, perché la traduzione dall’arabo è confusa – si tratta di una sorta di libertà provvisoria in attesa della sentenza sull’estradizione chiesta, per Lolli, dalle procure di Rimini e Bologna. Ma l’udienza decisiva, fissata inizialmente per il 21 marzo scorso, è stata piu’ volte rinviata.

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