Con la riapertura delle scuole tante sono le domande che in questi giorni si pongono migliaia di genitori. Come distinguere il Coronavirus dai malanni di stagione? E’ meglio non mandarli a scuola? Cosa bisogna fare in caso di febbre? E se risulta positivo? Il vaccino antiinfluenzale nei bambini va fatto? Può andare in piscina? Quale mascherina fargli indossare?
Benedetta de Mattei lo ha chiesto al dott. Rino Agostiniani – Vicepresidente della Società Italiana di Pediatria e Direttore dell’Area Pediatria e Neonatologia della Asl Toscana Centro di Firenze
Come distinguere una semplice influenza dal coronavirus?
Clinicamente non è possibile distinguerlo. Attualmente non ci sono strumenti per capire se i sintomi che definiamo “influenzali”, come naso chiuso, febbre, tosse o malessere, possano dipendere da una semplice influenza o dal coronavirus. L'unico modo per avere una diagnosi certa è fare un tampone o, come mi auguro presto si potrà fare, un esame della saliva. Però il messaggio da dare fortemente ai genitori è che questa paura non riguarda in maniera importante la salute dei bambini perché abbiamo ormai dati rilevanti che ci fanno dire che nei bambini per fortuna quest’infezione si presenta più raramente rispetto agli adulti e quando accade avviene abitualmente in forma lieve. Quindi tutti questi meccanismi di ricerca della patologia sono finalizzati al contenimento di una possibile diffusione e non ad un timore che la ripresa della scuola possa tradursi in un rischio di gravi malattie per i nostri figli.
Mio figlio ha la febbre cosa faccio?
Abbiamo una raccomandazione dell’Istituto Superiore di Sanità che a mio parere è molto stringente perché ci dice che di fronte a un bambino con sintomi bisogna chiamare il proprio pediatra che deciderà in funzione di questi sintomi, che sono molto ampi, se sottoporre o meno il bambino al tampone. In tal modo si entra in un meccanismo complesso perché finché non avrò la risposta di questo tampone dovrò tenere il bambino lontano dalla scuola. Se i numeri restano relativamente contenuti il nostro sistema è in grado di dare risposte abbastanza veloce a questi tamponi ma in inverno i numeri diventeranno molto più grandi, perché i bambini si ammaleranno come ogni anno, e se bisogna sottoporre al tampone tutti i bambini con banali sintomi respiratori il sistema non sarà in grado di dare delle risposte veloci e questo creerà una situazione di forte disagio. Per questo motivo mi auguro che il più rapidamente possibile vengano autorizzati dei test rapidi, che già esistono ma di cui va migliorata la sensibilità che oggi arriva all’85%, che mi danno la risposta in 10 minuti. L’ideale sarebbe poterli fare direttamente dal proprio pediatra poiché questo risolverebbe tanti quesiti aiutando tantissimo dal punto di vista gestionale.
Se un bambino in classe risulta positivo, cosa succede?
Una volta appurato che il bambino è positivo c'è un meccanismo di sorveglianza che viene messo in atto dai servizi d'igiene pubblica territoriale che decideranno, in funzione di quella che è stata la situazione e di come sono avvenuti i contatti, le strategie più opportune. E’ prevedibile che, se in una classe un bambino risulta positivo, ci debba essere un’indagine che riguarda tutti i compagni. valutando situazione per situazione. Ad ogni modo io voglio che i bambini vadano a scuola perché ne hanno davvero bisogno.
Molti genitori oggi decidono di non mandare i figli a scuola per paura del contagio
Secondo me questo è un grave errore poichè se metto sul piatto della bilancia ciò che perdo in una fase così importante di crescita relazionale e psicologica dei bambini, se considero quanto sia importante il rapporto con i loro pari e con le insegnanti, ciò che perdo è sicuramente molto più importante di quanto rischio nel mandare il bambino a scuola, perché ripeto il rischio nei bambini è davvero molto limitato.
I bambini riprendono anche gli sport, la piscina può essere rischiosa?
In piscina mi sentirei tranquillo, magari farei attenzione negli spogliatoi e sotto le docce ma all’interno dell’acqua non c’è nessun rischio.
Il vaccino antinfluenzale va fatto ai bambini?
Il vaccino antinfluenzale mi copre nei confronti di quattro ceppi di virus influenzali, se lo faccio può essere cosa utile e probabilmente non prenderò l'influenza ma in caso di febbre o tosse non mi consente di capire con sicurezza se ho il Covid-19 o meno perché c'è un enormità di altri virus che possono causare questi sintomi. Chi si deve assolutamente vaccinare, e questo purtroppo viene fatto poco nel nostro paese, sono le cosiddette “categorie a rischio” e ci rientrano i bambini fragili o bambini con patologie croniche oltre agli adulti over 65 ma purtroppo la metà di queste persone non si vaccina quando invece dovrebbero farlo. Non sono dunque a favore dell'obbligo del vaccino antiinfluenzale per tutti i bambini ma è importante sollecitare alla vaccinazione le categorie a rischio.
In Italia i bambini sopra i 6 anni devono indossare la mascherina. Davvero può nuocere alla loro salute?
La risposta è no, non ci sono dati che ci dicono che la mascherina mandi in ipossia, si pensa che sia pericolosa perché un bambino respira la propria anidride carbonica, ma la mascherina non è così aderente. L'aria passa e la quantità di anidride carbonica respirata dal bambino è minima e non dà alcun tipo di problema. La mascherina si utilizza nel momento in cui non si può rispettare la distanza di 1 m quindi anche a scuola non va sempre indossata, non è necessario ad esempio metterla quando sono al mio banco, quindi quest’idea di doverla tenere per ore è assolutamente sbagliata.
Meglio le mascherine di stoffa o chirurgiche?
Bisogna aver chiaro che sia quelle di stoffa che quelle chirurgiche non sono degli strumenti per proteggere se stessi ma servono ad impedire a una persona che ha il virus di trasmetterlo agli altri. Per quanto riguarda le mascherine di stoffa più la trama è fitta più proteggono. E’ bene poi insegnare ai bambini ad indossare correttamente la mascherina poiché se la toccano continuamente sfregandosi poi occhi, bocca o naso può diventare addirittura dannosa. E’ molto importante dunque educare il bambino in questo senso.
Benedetta de Mattei