Rosi in prognosi riservata: il caso fa discutere

Rosi in prognosi riservata: il caso fa discutere.
Gian Franco Rosi resta ricoverato nel reparto di neurochirurgia del "Bufalini" di Cesena, in prognosi riservata. L'ufficio stampa dell'Ospedale non aggiunge altro. Una versione, quella ufficiale, che - è proprio il caso di dirlo - fa a pugni con ciò che riferisce la moglie del pugile, secondo la quale Rosi sta bene, mangia, e nelle prossime ore - forse addirittura domani - potrebbe essere dimesso: "Viene trattenuto in ospedale - prosegue - solo per precauzione". Il match di venerdì sera, intanto, continua a suscitare reazioni, piu' per gli aspetti extra-sportivi che non per l'incontro di boxe in sé. Dalle istituzioni sammarinesi, sportive e non, giugnono solo prese di distanza per quello che è accaduto. Fa discutere il fatto che San Marino sia stata scelta per la disputa di un incontro, che in Italia non si sarebbe potuto fare, per via della regola che vieta il combattimento ai pugili di età superiore ai 40 anni (Rosi ne ha 49). "San Marino - ha dichiarato il segretario di stato agli esteri Fiorenzo Stolfi - deve allinearsi alle regole più garantiste per la salute degli atleti. Non possiamo più esporci a certe situazioni". La segreteria allo sport fa notare che, non a caso, non ha voluto patrocinare l'evento e il presidente del Cons, Angelo Vicini, che peraltro ha assistito all'incontro, ricorda che la Federboxe è da tempo fuori dal Comitato Olimpico. "Chi organizza eventi del genere - aggiunge Vicini - dovrebbe chiedersi perchè in Italia non si sarebbe potuto fare". Edoardo Ceccoli, organizzatore del match e presidente della Federboxe, afferma di non aver nulla da dire. Sul fronte delle indagini, si attende intanto il parere del magistrato Alberto Buriani, per la convalida del sequestro, effettuato dalla Gendarmeria, dei guantoni di Roselià e di altri oggetti dello staff del pugile francese. Il sospetto che sui guantoni del boxeur ci fosse una sostanza che ha provocato la congiuntivite a Rosi suscita reazioni contrapposte. Alla magistratura il compito di fare chiarezza, proseguendo con le indagini o, se non sussistono i presupposti, archiviando il caso.

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