C’è tensione in Cisgiordania. Il momento politico è delicato, scelte sbagliate rischiano di vanificare gli sforzi diplomatici per la pace. La moratoria sulla costruzione di nuovi insediamenti israeliani nei Territori palestinesi è scaduta a mezzanotte. Ieri sera vicino ad Hebron due auto di coloni sono state colpite da un commando palestinese. Ferita leggermente una donna al nono mese di gravidanza. Netanyahu è a un bivio: o accoglie la richiesta di Abu Mazen e Stati Uniti e congela la colonizzazione in Cisgiordania, o cede alle pressioni di rappresentanti dei coloni e della destra militante, evitando una crisi di governo ma compromettendo i negoziati. Il presidente dell'Anp ha sollecitato Netanyahu affinché non sprechi questa occasione, perché in gioco non c'é solo il destino di israeliani e palestinesi, ma una pace globale per tutta la regione. Il 4 ottobre, al Cairo, la Lega araba concorderà una posizione. Anche gli Stati dichiaratamente amici di Israele chiedono di fermare nuovamente i lavori, perché creerebbe un'atmosfera favorevole al proseguimento del processo di pace. Ma a poche ore alla scadenza c’erano già, in alcuni insediamenti, cerimonie di posa della prima pietra. E i bulldozer sono già attivi nel nord. Proseguire, senza proroga della moratoria, "sinceri e positivi" negoziati, come ha chiesto Netanyahu, pare difficile. Per Israele è tempo delle scelte.
Monica Fabbri
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