San Francesco di Sales: una riflessione su informazione e pandemia, tra vocazione e fragilità
Ieri era il Santo patrono dei giornalisti. Oggi la messa a Murata col Vescovo, che ha poi promosso un momento di confronto
Distanziati e con mascherina, nella chiesa di Murata, a riflettere sul senso di un mestiere su cui la pandemia ha avuto un forte impatto, tra vocazione e fragilità. Il vescovo Mons Andrea Turazzi, su richiesta della Consulta per l'Informazione e della Unione Sammarinese Giornalisti e Fotoreporter, celebra la messa per il Santo Patrono San Francesco di Sales, e propone subito dopo – su iniziativa della diocesi- un momento di confronto con i professionisti dell'informazione, che in questi dieci mesi si sono trovati improvvisamente davanti alla vastità dell'argomento, a dover essere- come ha ricordato il presidente della Consulta Roberto Chiesa- l'ultimo baluardo tra la disperazione e la ragione tra la follia e la speranza.
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“La pandemia - ha detto il direttore RTV Carlo Romeo - ci ha messo di fronte ad una serie di elementi fortissimi”. Forte il richiamo alla correttezza, alla fatica della ricerca delle verità in un anno difficile da raccontare, che ha visto anziani morire da soli e bambini abituarsi a stare da soli, “ai quali occorre insegnare il peso dell'idea giusta, che non si misura nel numero di like”. Lo abbiamo fatto– rivendica il direttore Romeo - senza cadere nel sensazionalismo che fa ascolti”. Un percorso che l'incertezza di questi scenari rende ancora in salita, in cui si rivendica la possibilità dell'errore “per fare qualcosa di più e meglio”, per evitare la sconfitta di tutti: la perdita del senso critico.
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