“Costretti ad appellarci alla massima Istituzione dello Stato per vedere rispettati i nostri diritti”: così 127 operatori economici del Titano – tra imprenditori, lavoratori autonomi e liberi professionisti – firmatari di una lettera indirizzata alla Reggenza, spiegano il disagio di sentirsi “da tempo completamente abbandonati dal Governo, dalle Associazioni di categoria e più in generale – scrivono – da chi dovrebbe lavorare nell’interesse del sistema economico sammarinese”.
Chiedono urgentemente l'introduzione di un intervento legislativo efficace: “ad oggi solo proclami e annunci”, – rimarcano - puntualmente disattesi da parte dei vari Segretari di Stato intervenuti a più riprese via social e a mezzo stampa: “i costi aziendali - elencano - sono rimasti sostanzialmente i medesimi; l’accesso al credito bancario rimane molto complicato e pertanto le misure di rinvio di qualche scadenza così come introdotto dai decreti in vigore risulta del tutto insufficiente”.
Evidenziano inoltre quelli che ritengono degli errori commessi: come la sospensione del Registro e-commerce presso l'Ufficio Attività Economiche”, definito “incomprensibile in quanto l'attività di vendita a distanza – fanno notare – è l'unica che ha incrementato i propri volumi e quindi al contrario doveva essere incentivata”. In queste condizioni – scandiscono – non possiamo sopravvivere, molti saranno costretti a chiudere”.
Infine, annunciano la sospensione, con effetto immediato, di ogni impegno verso l’Amministrazione Pubblica “privilegiando, per quanto ancora possibile, la destinazione delle ultime risorse in favore dei lavoratori dipendenti in forza alle loro attività economiche. "Questo – specificano - finché non verranno introdotti gli strumenti richiesti”.