Chiedono al Titano di istituire un Corpo Civile di Pace e lo fanno con una istanza d’Arengo che sarà discussa nel prossimo Consiglio. I promotori sono i volontari della Papa Giovanni, ispirati dall’attività che l’organizzazione Operazione Colomba svolge da anni in zone di guerra – Kosovo, Palestina, Nord Uganda, Colombia - allo scopo di abbassare il livello di violenza e allentare le tensioni sociali e umane che ne sono alla base. Alberto, Antonio, Laura raccontano le loro esperienze di civili entrati in un conflitto con le sole “armi” della pace e di come, grazie alla loro presenza in quanto internazionali, sono riusciti ad evitare la morte di tanti innocenti. Come loro anche un volontario sammarinese, Paolo Colonna, il primo che ha lanciato l'idea di un Corpo Civile di Pace.
Ma perché San Marino? Innanzitutto – dicono – è un piccolo Stato, senza esercito e con una lunga tradizione di neutralità e pace, adatto pertanto al ruolo di mediatore. La nostra università potrebbe poi farsi carico di corsi di formazione specifici per operatori di pace. Si chiede in sostanza un riconoscimento giuridico a queste azioni sul campo, il tutto senza particolari sforzi economici: circa 3000 euro al mese per il mantenimento di quattro persone in aree di conflitto. San Marino tra l’altro sarebbe il primo Stato al mondo a compiere questa scelta, il che non significa comunque schierarsi a favore dell’una o dell’altra parte coinvolte in un conflitto, bensì compiere un importante passo in avanti sulla via della Pace.
Silvia Pelliccioni
Ma perché San Marino? Innanzitutto – dicono – è un piccolo Stato, senza esercito e con una lunga tradizione di neutralità e pace, adatto pertanto al ruolo di mediatore. La nostra università potrebbe poi farsi carico di corsi di formazione specifici per operatori di pace. Si chiede in sostanza un riconoscimento giuridico a queste azioni sul campo, il tutto senza particolari sforzi economici: circa 3000 euro al mese per il mantenimento di quattro persone in aree di conflitto. San Marino tra l’altro sarebbe il primo Stato al mondo a compiere questa scelta, il che non significa comunque schierarsi a favore dell’una o dell’altra parte coinvolte in un conflitto, bensì compiere un importante passo in avanti sulla via della Pace.
Silvia Pelliccioni
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