San Marino: il dibattito sull'omofobia si allarga alla politica
Già da qualche giorno sulla stampa ricorrono le opinioni, diverse, sulle unioni tra persone dello stesso sesso. Un dibattito aperto da Don Gabriele Mangiarotti, che dalle pagine di Tribuna ricordava come "difendere la famiglia secondo la tradizione di San Marino non fosse un chiudersi nei confronti dei nuovi diritti, ma difendere la possibilità che la società non si disgreghi appiattendosi sui capricci di pochi". Tesi ripresa poi da Domenico Gasperoni per il quale il rifiuto della cosiddetta “famiglia omosessuale” è un atto di "inciviltà". E che questa mattina, sempre sullo stesso quotidiano sammarinese, riportava l'opinione di Claudio Mancini per il quale mettendo l'unione omosessuale su un piano giuridico analogo a quello del matrimonio o della famiglia, lo stato agisce arbitrariamente ed entra in contraddizione con i propri doversi". La questione si arricchisce della presa di posizione del consigliere di Rete Roberto Ciavatta. "Intanto a San Marino, che io sappia, nessuno ha mai parlato di matrimonio, ma solo di diritti civili. Il punto è che Mangiarotti e il discepolo Mancini considerano incivile che due persone dello stesso sesso, che si amano, possano avere diritti civili! E perché? Semplice, lo dice la dottrina sociale della Chiesa. Mi vien da dire: e chi se ne frega! La dottrina sociale della chiesa è valida per chi crede, mica per me che non credo? Mica è legge dello Stato? Ciavatta prosegue "Lo Stato che riconosce diritti civili a coppie omosessuali contraddice i propri doveri? Dunque i 38 paesi più avanzati al mondo che effettuano matrimoni gay, e le decine e decine di paesi che riconoscono pieni diritti civili alle coppie omosessuali, sono incivili? Dunque anche lo Stato di Israele, che registra i matrimoni tra persone dello stesso sesso, è incivile?"
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