San Marino e Italia, tra tutele e paradossi: pioggia di richieste per risarcimenti post Covid
L'eredità del coronavirus si rivela anche in aspetti apparentemente tecnici. Come il riconoscimento dell'infortunio se contratto al lavoro
L'argomento è delicato, i dati parziali, ma per quanto in evoluzione è destinato a rivelarsi una delle tante ripercussioni del conto senza precedenti che sta presentando il Covid-19. Con in più l'impatto sociale dovuto al fatto che i protagonisti di questo scenario in continua evoluzione sono lavoratori che hanno contratto l'infezione. Fuori confine il decreto Cura Italia, ad aprile, ha equiparato il contagio da Covid-19 ad infortunio, con riconoscimento delle prestazioni Inail. Le denunce sono già più di 43mila (i dati sono aggiornati ad inizio giugno), di cui 407 dalla vicina provincia di Rimini, una delle zone maggiormente colpite.
A San Marino, dopo la famosa polemica legata alle decurtazioni di indennità di malattia, il decreto 66 del 30 aprile ha introdotto un termine “mix”: infortunio professionale. Una sorta di riconoscimento, una indennità economica liquidata al 100% e riconosciuta alle persone in prima linea a contrasto dell'epidemia: quindi operatori Iss, forze dell'ordine o volontari. All'ufficio preposto della PA sarebbero arrivate un centinaio di richieste, ma il dato è ancora parziale. C'è tuttavia da precisare che si tratta di una misura temporanea, così come l'articolo 35 del decreto scrive chiaramente: come deve comportarsi e a chi deve rivolgersi allora - si chiedono i sindacati - coloro cui l'infezione, così come ha evidenziato recentemente la Società italiana di Pneumologia, persiste nella cronicità di problemi respiratori? Non è percentuale da poco, se si pensa che riguarda il 30% dei pazienti guariti. "In questo caso tuttavia - precisa il Segretario alla Sanità Roberto Ciavatta, proprio a proposito di percentuali – l'indennità viene riconosciuta, a tutti, a partire dall'86%”.
E per comprendere come talvolta non basti uno strumento normativo ad hoc basta guardare poco distante: in Italia l'infortunio da Covid ha una sua normativa ma paradossalmente dalla tutela assicurativa Inail rimangono esclusi medici, che hanno Enpam come ente previdenziale, volontari della protezione civile e della Croce Rossa. Insomma proprio chi, nel periodo del contagio, era in prima linea.