San Marino. Fininternational Spa coinvolta in vicenda di riciclaggio
Un giro d’affari enorme, un fiume di denaro dall’Italia verso la Cina: 2,7 miliardi di euro riciclati negli ultimi quattro anni. Perquisizioni e sequestri di beni immobili ed auto di lusso hanno interessato otto regioni italiane: 24 persone sono state arrestate, 134 indagate, oltre 100 le aziende coinvolte. Uno dei canali che la famiglia cinese Cai utilizzava per trasferire proventi illeciti delle attività delle aziende di Prato e Firenze verso la Cina era San Marino. La Guardia di Finanza di Firenze ha accertato i contatti di un cittadino cinese con la finanziaria Fininternational Spa, che ha sede a San Marino. La società è stata utilizzata, secondo le ricostruzioni, per l’invio in Cina del denaro che l’uomo raccoglieva nella comunità dei connazionali nella zona di sesto Fiorentino: il denaro veniva trasportato nella sede della società di San Marino; con ogni viaggio - affermano le fiamme gialle - venivano trasportati capitali per quasi 50mila euro. “Siamo fiduciosi e contiamo di chiarire presto la nostra posizione” ha detto il presidente Luciano Cardelli, ora agli arresti domiciliari insieme al figlio Lorenzo. Cardelli assicura che sul cliente, un imprenditore italiano, è stata fatta la prevista adeguata verifica e segnalato ogni operazione alle autorità di vigilanza e controllo, così come prevede la legge. Le indagini sono iniziate nel 2008 quando le fiamme gialle hanno individuato un sodalizio criminale composta da una famiglia cinese e di una residente a San Lazzaro, che acquistarono entrambe una partecipazione in una società di money tranfer con sede a Bologna e sub agenzie sparse in tutto il territorio nazionale. La società sarebbe servita per operare il riciclaggio del denaro proveniente dalle attività delle imprese cinesi presenti a Firenze e Prato. La somma veniva frazionata in migliaia di tranches la cui titolarità era attribuita a soggetti compiacenti, ignari o inesistenti.
Sara Bucci
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