San Marino: le residenze atipiche spingono i prezzi delle case
Interviene l'Ucs che chiede di “disintossicare i costi degli affitti”. Agenzie immobiliari favorevoli all'apertura a investitori esteri, ma serve una politica immobiliare
Sul Titano non ci sono incentivi per mettere sul mercato gli immobili sfitti o disincentivi a tenerli tali. Intanto l'emergenza abitativa diventa sempre più d'attualità. Da ultimo è l'Ucs a tornare sull'argomento, puntando il dito sulle cosiddette “residenze atipiche” che – afferma l'associazione – “hanno drogato il mercato immobiliare”, con persone provenienti da fuori confine disposte a sborsare cifre ingenti per assicurarsi un immobile in locazione. L'Unione consumatori chiede così alla politica di “porre in essere delle azioni per disintossicare i costi degli affitti”.
Un tema che non nasce oggi. Un'Istanza d'Arengo dell'ottobre 2010 chiedeva che venissero “adottati provvedimenti per calmierare il prezzo delle abitazioni e per rendere conveniente l’immissione sul mercato di immobili non utilizzati”; e che “i fabbricati ad uso di civile abitazione, se non venduti, affittati o dati in locazione”, fossero “sottoposti a imposizione fiscale”. In pratica una tassa sulle seconde case, in funzione di disincentivo a mantenerli disabitati.
Negli anni il problema si è però fatto più stringente e pressante. Se da una parte a San Marino si fanno sempre meno figli, dall'altra la popolazione presente in Repubblica – residente o soggiornante – è cresciuta a ritmo sostenuto. In 10 anni, infatti, si è passati dai 33.540 residenti del 2013 agli oltre 35mila del 2023. Un decennio in cui il comparto edilizio, anche a causa dell'esistente, non ha potuto seguire l'andamento demografico.
Per la maggior parte delle agenzie immobiliare, i clienti provenienti da fuori confine hanno già pareggiato quelli interni. Con la differenza che i “residenti atipici” possono disporre di budget sostanziosi. I pensionati che fanno richiesta di questa tipologia di residenza, ad esempio, devono dimostrare un reddito annuale non inferiore ai 50mila lordi annui o un patrimonio personale di almeno 300mila euro. Oppure, altro esempio, è possibile acquistare un immobile per un prezzo non inferiore ai 500mila euro. È possibile accedere alla residenza elettiva anche tramite un deposito infruttifero e vincolato per la durata di 10 anni non inferiore a 600mila euro in titoli emessi dallo Stato sammarinese o in un fondo appositamente istituito dall’Ecc.ma Camera.
L'ingresso in Repubblica di persone facoltose ha di fatto “dato la scossa” al mercato - ci dicono ancora dalle agenzie immobiliari -, ma ha anche contribuito all'alzarsi dei prezzi degli immobili e degli affitti. Persone che, non soggiornando stabilmente a San Marino, “consumano” poco l'appartamento, riscontrando così il favore del locatore. “Un appartamento che veniva affittato a 500-600 euro, ora può andare tranquillamente a 1.000”, ci conferma ancora un'agenzia immobiliare sammarinese, il cui comparto vede comunque di buon occhio l'apertura del mercato ai non sammarinesi. Ma con un appunto: prima delle leggi sulle residenze atipiche, era il caso di trovare il modo di aumentare gli appartamenti disponibili. Perché, al momento, sono davvero pochi.
[Banner_Google_ADS]