San Marino: per mamme e bebè servizi di qualità e risparmio. 2017 anno più 'vecchio'
Diminuzione dei parti non significa, però, un servizio più scarso. Anzi, le istituzioni sanitarie parlano di un aumento della qualità delle prestazioni per mamme e bebè. Fino al 2010, spiega l'Iss, i prematuri nati a 35-36 settimane di gestazione non nascevano nell'ospedale sammarinese. Adesso è possibile e questo si traduce, per il periodo 2012-2017, in un risparmio di circa 550mila euro.
Se nel 2010 il numero dei neonati trasferiti in altre strutture era pari al 6% del totale, negli ultimi 6 anni la percentuale è scesa all'1%. Quello appena passato è stato l'anno con zero casi di asfissia. Quattro, invece, gli stress respiratori alla nascita tenuti in osservazione senza necessità di chiedere assistenza a Rimini, con un risparmio medio tra i 18mila e i 56mila euro. Le somme risparmiate in sei anni si aggirano, approssimativamente, sugli 800mila euro.
Il tasso di mortalità dal 2012 al 2017 è pari al due per mille. La presenza di un punto nascita a San Marino è stata ritenuta “appropriata” anche dall'OMS durante la recente visita sul Titano, puntualizzano le istituzioni sanitarie in risposta alle relative critiche uscite sulla stampa nei giorni scorsi.
Dati rosei sulle prestazioni che cambiano se si torna a ragionare su quelli legati all'invecchiamento. La fascia di popolazione residente più numerosa è quella dei 51enni. E i nuclei familiari più diffusi sono quelli composti da una sola persona. Diminuzione della natalità che potrebbe portare alla difficoltà di comporre classi alle elementari, ma anche in altre scuole. Tra i Castelli con maggiori difficoltà, quello di Montegiardino.
Mauro Torresi
Nel servizio, l'intervista a Miriam Farinelli, direttore Ginecologia e Ostetricia Iss