L’omaggio alla tomba di famiglia di Nicola Lo Russo Attoma, in servizio a San Marino come Console Generale d’Italia dal 1963 al 1971, racconta una storia di persone perbene che sono riuscite a trasformare le buone intenzioni in opere, e che amavano così tanto la Repubblica da chiedere di essere sepolte sul Titano. Il gioielliere sammarinese Giuseppe Arzilli, ha custodito per 18 anni nel suo caveau un diamante che gli era stato affidato nel 1990 proprio dalla moglie del diplomatico, morta poco dopo ad un anno di distanza dalla scomparsa del marito. Arzilli ha cercato inutilmente gli eredi, per poter restituire il brillante di quasi un carato e mezzo che gli era stato affidato senza alcuna ricevuta, perché realizzasse un anello. Le ricerche effettuate tra gli amici più cari dei Lo Russo non avevano però prodotto alcun risultato, finché Arzilli non parlò della vicenda con l’Ambasciatore d'Italia a San Marino, Fabrizio Santurro, che ha reso possibile il contatto con un erede, Gherardo La Francesca. Così al nipote di Nicola Lo Russo, che è direttore generale per la promozione e la cooperazione culturale della Farnesina, Giuseppe Arzilli ha potuto consegnare il brillante, custodito in una busta che recava le istruzioni per la realizzazione dell’anello dettate dalla zia. “La favola ha un lieto fine e anche una bella morale - commenta l'Ambasciatore Santurro -. Da una parte c'è la prova di una grande fiducia, dall'altra di una grande onestà. E Italia e San Marino sono anche questo''.
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