Rifugiato, profugo per una notte, scampato alla prigionia dopo la caduta della Repubblica Romana il Generale Garibaldi, Anita e l’intera legione al seguito con i luogotenenti in avanscoperta, approdano sul Titano e chiedono ospitalità: il sacrosanto diritto d’asilo, che la Terra degli uomini liberi da sempre, mai negherà ad alcuno accogliendo e ospitando fino alla Seconda Guerra Mondiale. Il Corteo Reggenziale presente il Segretario agli Esteri accompagnati dai Corpi Uniformati dello Stato hanno commemorato il fatto storico divenuto emblema di libertà: in silenzio davanti alla bandiera, sotto la statua del grande condottiero padre del Risorgimento hanno ascoltato gli inni nazionali eseguiti dalla Banda di San Marino. C’erano i reduci e i combattenti sotto gli stendardi dei corpi volontari di liberazione e indipendenza. La notte dello Scampo, era il 31 luglio 1849, Garibaldi incontra la Reggenza che gli assegna uno scuot esperto per accompagnalo verso l’Adriatico con Anita e 162 legionari: quell’uomo si chiamava Nicola Zani e parlava soltanto il dialetto ma conosceva l’animo umano al pari del Generale.
Francesco Zingrillo
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