Il Consiglio di Amministrazione di SAN MARINO TELECOM “PRIMA” annuncia querele e comunica di avere "sofferto l’ennesimo atto lesivo, con la interruzione di pubblico servizio ingiustificato. Atti di questa gravità, sottolinea una nota, in altri Stati avrebbero avuto conseguenze ben diverse con l’immediato intervento dell’Autorità di Vigilanza per il ripristino immediato del servizio, unica richiesta formulata alla Amministrazione sammarinese, evitando penalizzazioni all’utenza. Il Cda evidenzia come "l’arbitraria interruzione dei servizi erogati abbia avuto termine nel pomeriggio di martedì, dopo la rigida posizione assunta dalla società senza che le strumentali giustificazioni economiche addotte da TISM abbiano subito la benché minima variazione". Sicuramente, prosegue la nota, l’intervento della Segreteria di Stato ha agevolato la riattivazione. Il Consiglio d'Amministrazione ricorda che il percorso di ricapitalizzazione, iniziato nel 2014, è tutt'ora in corso per finanziare i nuovi progetti di sviluppo per un piano di finanziamento pari a 4 milioni di euro. Fino al 2009, prosegue la nota, PRIMA contava oltre 40 collaboratori che oggi, a causa della mancata applicazione di quanto disposto dalle autorizzazioni Amministrative, ha dovuto suo malgrado, ridurre a 18 unità. Le attività hanno contributo all’economia sammarinese per oltre 2 milioni di Euro ogni anno dal 2006 ad oggi. PRIMA non è mai stata messa nelle condizioni di poter operare secondo gli accordi e gli standard necessari alla competizione sul mercato e ad oggi soffre ancora delle incertezze, della litigiosità Politica e della palese ostilità dell’operatore dominante che gode dell’assenza di vigilanza nell’applicazione di regole. Inoltre, conclude la nota, il 1 Dicembre scorso, la Società ha riconfermato la piena fiducia all’Amministratore Delegato.
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