Nel 2014 la raccolta differenziata porta a porta è arrivata al 27,33% del totale. L'aumento, in un anno, è stato di appena il 4,45%. Assolutamente insufficiente di fronte alla necessità di superare il 50% entro la fine di quest'anno, secondo gli impegni politici intercorsi con la Regione Emilia Romagna, che finora ha accolto i nostri rifiuti. Lo scrivono Alessandro Paoloni e Raniero Forcellini, rappresentanti delle associazioni ambientaliste all'interno dell'Osservatorio sulla gestione integrata dei rifiuti. Nei prossimi mesi i Castelli non ancora serviti dalla raccolta differenziata porta a porta vedranno implementato questo servizio. L'azienda per i servizi, che a luglio 2014 aveva scelto la ditta torinese Esper per la redazione di un piano da estendere a tutto il territorio, ha firmato il contratto agli inizi di gennaio e per quanto ne sappiamo - puntualizza la nota - dovrebbe ricevere il progetto entro questo mese. In molte realtà italiane, rimarcano i rappresentanti degli ambientalisti, il passaggio dalla raccolta stradale a quella porta a porta (con risultati di differenziazione dal 20 a più del 70%) è avvenuto in meno di 6 mesi. Ci sono riusciti facendo partire il progetto in modo deciso e su tutto il territorio, promuovendo la tariffa che premia in bolletta chi è più bravo a differenziare invece di far pagare in base alla superficie abitativa o al consumo elettrico come accade ancora da noi. Molte iniziative interne, seppur promosse e discusse, non sono state ancora realmente applicate: una fra tutte la mancata eliminazione dei cassonetti dalle zone industriali e la diminuzione di imballaggi nei punti vendita e nelle mense. Le associazioni chiedono anche di potenziare le campagne informative e il dialogo con le associazioni di categoria e le Giunte di Castello. C'è ancora tanto da fare, conclude la nota, per essere realmente artefici del cambiamento, ed è necessaria più collaborazione e trasparenza da parte di tutti i soggetti coinvolti.
comunicato stampa
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