Sanità: nei primi 6 mesi del 2015 meno 1,6% di ricoveri. Cresce la spesa del Ssn
Diminuiscono, nei primi sei mesi del 2015, i ricoveri ospedalieri ma la spesa a carico del Servizio Sanitario Nazionale sale leggermente, passando da 13,8 a 13,9 miliardi di euro complessivi. A dirlo è l'ultimo Rapporto pubblicato dal Ministero della Salute che fotografa l'attività di ricovero e cura degli ospedali italiani, pubblici e privati. Rispetto al primo semestre del 2014, nei primi sei mesi del 2015 il numero di dimissioni per Acuti, Riabilitazione e Lungodegenza passa da 4.352.458 a 4.281.653 unità, con una diminuzione di circa 1,6%. Cala però solo dello 0,1% il corrispondente volume di giornate di ricovero, che passa da 29.237.850 a 29.202.893. Secondo i dati ottenuti dal flusso informativo delle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO), nel primo semestre 2015 sono state effettuate 3.178.661 dimissioni per acuti in regime ordinario e 877.627 in regime diurno, 170.730 dimissioni in riabilitazione e 54.635 per lungodegenza. Il valore di degenza media per acuti in regime ordinario si allunga leggermente, passando da 6,9 giorni rispetto a 6,8 del primo semestre 2014; la degenza media per riabilitazione in regime ordinario si mantiene costante a 26 giorni, mentre quella per lungodegenza cala da 28 a 27,4. Complessivamente, per il primo semestre 2015, la spesa ospedaliera teorica a carico del Ssn (i cui valori non sempre coincidono con i costi effettivamente sostenuti) è stata di 13,9 miliardi di euro, mentre nel primo semestre 2014 si era fermata a 13,8, aumento forse dovuto a maggiore accuratezza nel reperire i dati. La quota maggiore, circa 12,7 miliardi, è dovuta all'attività per acuti, poco più di un miliardo per l'attività di riabilitazione e circa 223,1 milioni per l'attività di lungodegenza. Per la mobilità interregionale si conferma quanto osservato nel primo semestre 2014: poco meno di 8 ricoveri per 1.000 abitanti avvengono fuori regione, con ampia variabilità regionale. La quota più alta si riscontra in Molise, Basilicata, Valle d'Aosta e Calabria, mentre quella più bassa in Lombardia, Bolzano, Veneto, Toscana ed Emilia Romagna.
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